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COME UNA RONDINE DI INVERNO

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Le preghiere egoistiche

Per Lucia il tempo sembrava essersi fermato e la sua profonda ferita era ancora aperta, ogni giorno prima di andare all'Università ed alla biblioteca per la tesi, passando davanti alla chiesa, pregava con tanta forza e pietà chiedendo a Dio che Christ pensasse ancora a lei e tornasse da lei… non le mancava solo Christ, ma anche la sua famiglia, i suoi amici e la felicità che aveva provato con lui. Si sentiva svuotata, troppo svuotata.
La donna delle pulizie polacca della casa di Lucia la consolò dicendole: "Credimi che la vita è un po' strana. Io credo tanto al destino e se lui deve essere tuo… sarà tuo. Non devi piangere, sei bella, giovane e molto intelligente e vedrai che prima o poi incontrerai un uomo che ti merita. La vita è troppo bella. Promettimi che fai un bel sorriso".

Un weekend Katia, una delle sorelle maggiori di Lucia, andò a Roma per fare visita a Lucia e cercò di rallegrarla con tanta dolcezza. Ma lei le disse, piangendo, "Katia, ho perso fin troppo. Non ne posso più!"
Ogni sera restava a casa, nessuno la invitava… si sentiva completamente abbandonata da tutti e cominciò a perdere la fiducia nella sua famiglia ed anche in Sofia ed Erto. Cominciava a soffrire di solitudine, prima non era così. Anche prima di questa storia Lucia aveva vissuto momenti di solitudine, ma ormai ne era abituata e non ne soffriva come ora. Questa solitudine era diversa. Le mancava, infatti, l'amore, ma anche tutto quello che aveva scoperto con lui; in particolare rimpiangeva le serate e le giornate trascorse con gli amici.

Un giorno nel reparto degli scavi archeologici la sua compagna di Università Sharon, che conosceva la storia di Lucia, non sopportò più di vederla lavorare con delle grosse lacrime che le rigavano il volto ed allora la invitò al bar durante la pausa. Lucia pianse molto raccontandole i suoi pensieri: "Avrei tanto voluto tornare indietro. Non dovevamo andare in Norvegia, ma in un'isola spagnola. Così non sarebbe andata male. Cristiano mi ha accusato di non essere più allegra e sorridente ed io mi sento in colpa. E perché poi lui era arrabbiato con me per la lettera che ho scritto per i suoi genitori? Eppure non avevo scritto niente di male… Volevo salutarli, li adoro ancora. E perché Cristiano mi ha lasciato così? Gli avevo offerto tutto il mio cuore ed anche il mio corpo. Avevo creduto in lui e nelle sue promesse. Cosa ho sbagliato?"
Ma Sharon la tranquillizzò dicendole: "Non hai nessuna colpa e non hai sbagliato… Nessuno può sapere in anticipo se le vacanze o i viaggi o altre cose saranno perfetti, magari piove per una settimana intera o ci si sente male o si hanno dei problemi, capita a tutti. Non serve proprio a niente scappare quando si tratta di uno o più problemi. Questo comportamento non è da persona coraggiosa. Prima di lasciarti, Cristiano ti ha detto che "voleva stare solo". Non hai scritto niente di male, molto probabilmente lui non ha detto la verità ai suoi genitori. Se l'avesse fatto, non avrebbe avuto motivo di arrabbiarsi con te, la colpa è soltanto sua! Quante volte io non ho avuto il sorriso e il mio ragazzo mi ha aiutato e non mi ha lasciato. Questo significa che mi ama molto. Mentre Cristiano non ha agito nello stesso modo, questo significa che non ti amava VERAMENTE e non ti rispettava. Le persone che ti vogliono VERAMENTE bene si vedono nei momenti difficili. Molti uomini come lui non apprezzano il cuore sincero e la grande fedeltà della propria donna".
Lucia alzò appena la testa per guardare Sharon e si ricordò che il suo ragazzo di sempre, dopo averla lasciata per circa cinque mesi per un'altra, era tornato da lei. La rivale di Sharon, però, non l'aveva mai minacciata quindi, in cuor suo, Lucia la riteneva più fortunata di lei.

Clio, laureata in archeologia presso un'Università in concorrenza con quella di Lucia, e sua grande amica, andò a trovarla a casa per darle dei consigli sulla tesi di laurea. Fu tanto dispiaciuta per quello che era successo e le spiegò: "In Norvegia Christ non è stato molto sensibile verso i tuoi problemi, si è seccato perché non potevate fare l'amore. Non ti amava sinceramente. Non preoccuparti se è tornata la tua vecchia abitudine di parlare da sola. Questo non significa che sei pazza, ma è normale per tutti!"

Lucia non sapeva più quante volte si confessò con il suo fidato parroco Don Paolo, dicendogli: "Ho commesso un grande peccato: speravo che un giorno Cristiano sarebbe stato mollato dalla sua ragazza, in modo da potermi vendicare. Ma mi sono disgustata per questo pensiero ed ho capito di aver sbagliato molto. Desidero soltanto la sua felicità. Ho come l'impressione che il diavolo cercasse di conquistarmi. Padre, che devo fare per allontanarmi dal male? Aiutami, sono una pecorella smarrita".
Il prete le rispose: "È giustissimo che riesci a capire ed a riconoscere i pensieri negativi ed il male. Sei una pecorella smarrita come tutti, continua a pregare tanto così il diavolo si allontanerà da te. Ad ogni essere umano vengono pensieri negativi perché il male cerca sempre di attirare l'attenzione su di sé, ma tu l'hai capito subito perché Dio è vicino a te. E non dimenticare mai che Dio è sempre accanto a te, devi avere molta pazienza. Questo è un compito non molto facile, ma devi avere fede".
Lucia sembrava inghiottita da un buio senza fondo, si sentiva ancora più sola di prima… avrebbe voluto tornare indietro, fare in modo che Giuseppe non desse il suo numero a Cristiano o non credere lei stessa alle promesse di Cristiano. A volte si sentiva pentita di aver fatto l'amore per la prima volta con lui, altre invece, era contenta di averlo fatto. Era molto confusa ed infelice.
Sembrava il dolore di Lucia senza fine...

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